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Universi
Visioni pittoriche, non ottiche, dell'Infinito

   
  labores
   

La serie "Universi" è stata dipinta tra l'inverno del 2008 e l'inverno 2009. La tecnica usata è acrilico su carta da acquerello di 300 g. al mq. Le misure sono di 140x97,5 cm.

 
Stavolta scrivere una breve introduzione al lavoro svolto nell’anno passato è un compito più difficile del solito. Il riferimento tematico ad un soggetto così squisitamente scientifico come la rappresentazione dell’Universo mi costringe ad ammettere subito e in primo luogo l’assoluta distanza da ogni velleità di illustrazione oggettiva, anche minimamente realistica o didascalica.
 
     
  Insomma qui si parla (si dipinge) di cose sconosciute, che semplicemente hanno colpito l’immaginazione mediante materiali alla portata di tutti: giornali, riviste, programmi televisivi di divulgazione, qualche piccola ricerca in rete, atlanti sommari.
 
     
  Tuttavia, anche solo l’eco lontana di quello che nei tempi recenti è l’ambito di studio degli scienziati di tutto il mondo, basta a generare nelle menti semplici di cui faccio parte una smisurata meraviglia di fronte alla bellezza e alla complessità che consegue alla semplice contemplazione del cielo stellato. Con l’ausilio di strumenti sempre più sofisticati l’umanità va scoprendo che quello che a noi appare come un immenso vuoto costellato di lontanissimi mondi, in realtà è lo spazio di azione di una specie di musica sottile che tutto pervade, la quale invece che in suoni si concretizza in una sconvolgente varietà di forme di esistenza. Immani e sovrumane.
 
  Universo 4   Buchi Neri, Raggi Gamma, Quasar, Onde Gravitazionali. Neutrini, Quanti, Muoni, Antimateria. Energia Oscura, Materia Oscura. Forza di Interazione Debole, Teoria delle Stringhe. Solo a nominare qualcuno dei termini usati in questi contesti scientifici si prova uno speciale smarrimento, come se ormai la cognizione del creato si fosse spostata davvero in qualche grado più alto di esistenza, dove nessuno dei comuni mortali potrà più accedere per i secoli a venire.
 
Universo 5   Poi si scopre che lo stesso smarrimento, ben più motivato ovviamente, pervade gli stessi scienziati ricercatori, ancora sospesi nell’ambito di complicate teorie, per quanto sempre più affascinanti e poetiche, volte a spiegare l’incredibile complessità dell’Universo. Ma il mistero resta ancora celato.
 
     
Universo 6   Non so dire altro. Aggiungo solo che quel poco che ho a malapena intuito ho cercato di trasfigurarlo in immagini, sicuramente ingenue e primitive, che tuttavia rivelano il desiderio di usare la pittura, e la bellezza di cui essa si fa portatrice, come strumento di più facile immediatezza per avvicinarsi minimamente a concetti e pensieri di persone come noi che però, nel nostro tempo, viaggiano in territori sconosciuti.
 
Sono immagini, come dicevo, in parte basate sulle tante che vengono continuamente divulgate dai media, in parte su una sola semplice nozione, che mi pare di avere afferrato: che l’Universo in realtà conserva una densità pressoché costante, intriso di quella che noi chiamiamo materia visibile come se questa ne fosse una sottile intelaiatura che lentamente si espande, sospesa in un medium quasi organico, ovunque vibrante e pulsante, in cui lo Spazio e il Tempo fluiscono l’uno nell’altro in arabeschi inestricabili, insieme ad altre Sorelle e Fratelli che nemmeno sappiamo immaginare.
 
Da lassù, essi ci invitano ad alzare ogni tanto lo sguardo per smettere di pensare alle nostre miserie e a ricordare che siamo composti di quelle stesse sostanze di cui sono fatte le Stelle: siamo anche noi scintille, meteore che brillano un istante e muoiono, inseguendosi in un eterno Natale.